Sono 20 mila gli iscritti alle Bdt, le banche che barattano servizi.
di Stefania Persico
Le Banche del tempo sono 400 in tutta Italia.
Sono 400 in tutta Italia, in gran parte concentrate nel Nord e nel centro. Le Banche del tempo (Bdt), ‘istituti di credito’ particolari, dove invece del denaro si scambiano servizi, rappresentano una realtà consolidata nel Paese.
Da Torino alla Sicilia, passando per Bologna e Roma, sono già 20 mila i ‘correntisti’ che usufruiscono di questo strumento. Ma nell’ultimo periodo, complice la crisi, sempre più persone scelgono di diventarne soci.
TEMPO AL POSTO DI DENARO. L’idea alla base di questo istituto parte dalla volontà di mettere gratuitamente a disposizione qualche ora di tempo o una parte delle proprie competenze per poter ricevere, al momento del bisogno, lo stesso trattamento. Una sorta di baratto in cui si scambiano servizi di ogni genere: si parte da qualche ora di semplice compagnia fino ai lavori domestici e alle piccole riparazioni, ma si possono offrire e ricevere anche ripetizioni, lezioni di informatica, passaggi in auto, baby sitting.
«La crisi sta attivando le persone. Tra i correntisti si crea un legame di solidarietà perché si fa parte di un progetto condiviso, che mira a un’economia diversa, basata su un rapporto di fiducia tra le persone», spiega Maria Luisa Petrucci, presidente dell’Associazione nazionale Bdt e coordinatrice delle banche di Roma.
A Bologna, 1.277 ore di scambio nel 2011
Le Banche del tempo (Bdt), sono ‘istituti di credito’ particolari, dove invece del denaro si scambiano servizi.
A Torino e provincia, negli ultimi due anni, sono nate diverse Banche del tempo ed è anche aumentato il numero di soci e ore scambiate. «Prima le persone chiedevano soprattutto relazioni e compagnia, ora si avvicinano a noi molti giovani che puntano al risparmio e cercano aiuto per creare un piccolo giardino o fare riparazioni in casa», spiega Rosalba Vinci, presidente del coordinamento Banche del tempo del capoluogo piemontese.
A Bologna, c’è una delle Banche più grandi della regione che, nata nel 2006, conta attualmente 360 correntisti. Se nell’anno 2008-2009 le ore di scambio erano state 378, da gennaio 2011 a gennaio 2012 sono volate a 1.277. «I nuovi correntisti sono più motivati e spesso hanno un bisogno economico urgente. Così, la loro attività ha rimesso in circolo l’economia di scambio anche tra i vecchi iscritti, che erano meno arrivi», spiega la coordinatrice Giusi Lumare.
RIMEDIO ANTI CRISI. «La maggior parte delle persone», aggiunge, «arriva da noi perché non ha soldi a sufficienza o ha più tempo libero perché non lavora. La Banca del tempo, insomma, riesce a risolvere in parte le problematiche di disoccupati e precari che hanno comunque necessità di servizi, perché i bisogni non diminuiscono se non si lavora. E, inoltre, permette di attivare un’economia parallela non monetaria».
A Roma, le Banche del tempo sono diminuite. Negli ultimi quattro anni sono passate da 25 a 18, a causa di una maggiore difficoltà nel reperire gli spazi e un minore sostegno da parte dell’amministrazione comunale. Ma gli iscritti sono in aumento: nell’ultimo anno se ne sono aggiunti un migliaio e ora si contano 9 mila correntisti.
In Sicilia, hanno aperto 16 Banche del tempo in due anni
Se il primato lo detengono le regioni del Centro-Nord, va segnalato però l’exploit della Sicilia, che si sta rivelando una delle nuove realtà più dinamiche.
«Qui stanno nascendo tantissime Banche del tempo: è stata proprio la crisi a dare l’input», spiega Antonina di Nuzzo, sarta 75enne e coordinatrice dell’associazione siciliane. Antonina, 15 anni fa, ha dato vita al primo istituto nella sua isola, ad Alì Terme, comune di 2.500 abitanti in provincia di Messina. «Per 13 anni siamo stati l’unica realtà. Poi sono arrivate la banca di Ragusa e quella di Caltagirone. Dopodiché, tutto si è fermato», racconta Antonina, «e questo silenzio mi amareggiava, perché ho sempre ritenuto questi istituto utilissimi».
Ma, negli ultimi due anni, soprattutto a causa della recessione, qualcosa è cambiato: ora la Sicilia conta 17 banche del tempo. «Con la crisi, si stanno svegliando tutti», chiarisce la coordinatrice, «mi arrivano ogni giorno mail e telefonate di persone che vogliono far nascere un’associazione di questo tipo e noi li aiutiamo».
L’ULTIMA NATA A SIRACUSA. Tra le ultime nate, c’è quella fondata a Siracusa, a fine febbraio, da Alessandro Bruni, commercialista 42enne, assieme alla moglie – avvocato 38enne – e a un amico consulente aziendale.
Nel giro di un mese e mezzo, la loro Bdt ha raccolto 40 correntisti. «Sta avendo molto successo», spiega Alessandro, «e stiamo realizzando anche un orto urbano collettivo e un progetto di microcredito».
Questa iniziativa, per Alessandro, è una risposta alle difficoltà quotidiane che sempre più persone incontrano. «Alcuni correntisti mi hanno detto che in questo momento la Banca del tempo è l’unico modo per permettersi servizi a cui altrimenti dovrebbero rinunciare. Come andare dall’avvocato e farsi dare una assistenza su un contratto di locazione».
Lunedì, 07 Maggio 2012
Fonte: http://www.lettera43.it/it/